Il vaginismo in realtà è un termine obsoleto che veniva usato per indicare la condizione clinica di impossibilità ad avere rapporti sessuali dovuta ad uno spasmo dei muscoli presenti attorno alla vagina. Da qualche anno questo disturbo, assieme alla dispareunia, ovvero dolore durante i rapporti sessuali, è stato inglobato nel cosiddetto “Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione” (DGP-P). Alla base di questa scelta ci sono stati diversi motivi, tra i principali il fatto che lo spasmo involontario è presente in solo un quarto dei casi, che l’elemento principale sembra essere una paura della penetrazione vaginale, che vi è una grande variazione tra le pazienti nel grado di penetrazione raggiungibile e infine, che spesso fosse impossibile differenziare tra dispareunia e vaginismo.
Quasli sono i sintomi del vaginismo?
«Secondo i nuovi criteri del DSM-5, per fare diagnosi di DGP-P è sufficiente che uno dei seguenti sintomi sia presente in maniera ricorrente causando difficoltà per almeno sei mesi:
- dolore pelvico o vulvo vaginale durante la penetrazione vaginale o tentativi di penetrazione;
- marcata ansia o paura di provare dolore vaginale o pelvico connesso alla penetrazione vaginale;
- marcata tensione dei muscoli del pavimento pelvico durante i tentativi di penetrazione vaginale».
Quali sono le cause?
Le cause di questo disturbo sono molte e varie. Possono essere sia di origine organica (da diverse problematiche ginecologiche, urologiche, neurologiche o muscolari) o psicologiche (depressione, ansia, abusi o stupro, etc.) senza dimenticare di considerare le dinamiche relazionali e sociali.
Quante donne soffrono di questa patologia?
La prevalenza di questo disturbo non è nota con precisione, data la variabilità di presentazione e visto spesso lo stigma nel chiedere aiuto. Si stima possa raggiungere il 15% della popolazione dotata di vagina.
Come bisogna affrontare una patologia del genere?
Sicuramente il primo passo è sempre quello di chiedere l’aiuto di un professionista. E’ spesso necessaria una visita medica per poter differenziare se il disturbo abbia una componente organica, psicologica o mista. Il trattamento varierà in base alle cause, in alcuni casi può essere indicata una riabilitazione del pavimento pelvico tramite esercizi e l’utilizzo di dilatatori vaginali. A questi è utile associare una terapia sessuologica di supporto per affrontare le paure associate alla penetrazione.
Come affrontare il problema nella coppia?
In generale la percentuale di guarigione nei pazienti affetti da questo disturbo è elevata, ma può richiedere diversi mesi, quindi è importante fare in modo che questo non abbia un impatto negativo su eventuali relazioni. E’ importante parlare con eventuali partner affinché non si sentano esclusi o ancora peggio la causa del voler evitare rapporti sessuali. Avere la collaborazione del partner è fondamentale spesso per la risoluzione del problema. E mentre si lavorerà coi professionisti adeguati, è importante ricordarsi che la sessualità non è fatta solo di penetrazione vaginale e questa condizione può essere uno spunto per esplorare il proprio corpo e quello del partner scoprendo nuovi modi di provare e dare piacere ad esempio tramite carezze, stimolazione orale, manuale o anale e l’utilizzo di sex toys di vario tipo.